Come adottare la migliore strategia di sicurezza informatica in azienda

Cybersecurity Aziendale - Laus Informatica

Cybersecurity: come adottare la migliore strategia in azienda

La trasformazione digitale ha rivoluzionato il modo di fare business, portando enormi vantaggi in termini di efficienza, comunicazione e accesso ai mercati globali. Tuttavia, con l’aumento della digitalizzazione, cresce anche la superficie di attacco disponibile per le minacce informatiche. Secondo recenti studi, le violazioni della sicurezza informatica sono aumentate in modo esponenziale negli ultimi anni, con un impatto economico globale stimato in trilioni di dollari.

Per un’azienda, non si tratta più di chiedersi se subirà un attacco, ma quando. Questa realtà richiede un cambio di paradigma: la cybersecurity non può più essere vista come un semplice reparto tecnico, ma deve diventare un elemento strategico integrato in ogni aspetto del business.

Perché parlare di strategia, e non solo di strumenti?

Molte organizzazioni si concentrano esclusivamente sull’acquisto di strumenti tecnologici, come firewall e antivirus, trascurando l’importanza di una visione strategica. Una strategia di sicurezza informatica efficace deve essere:

  • personalizzata: ogni azienda ha esigenze uniche, in base alla sua dimensione, al settore in cui opera, alla sensibilità dei dati gestiti ed alla dotazione tecnologica in uso.
  • dinamica: le minacce evolvono costantemente; quindi, le difese devono adattarsi in tempo reale.
  • coinvolgente: ogni dipendente, dal CEO al personale operativo, deve essere consapevole dei rischi e formato per riconoscere, prevenire minacce e gestire le eventuali conseguenze.

La cybersecurity non è solo quindi una questione di protezione, le aziende che investono in una strategia di sicurezza completa costruiscono anche una solida base per affrontare le sfide future con fiducia.

Perché è importante avere un piano di sicurezza informatica

Le motivazioni per implementare un piano di sicurezza informatica sono molteplici. Di seguito riassumiamo gli aspetti principali.

  1. Tutela dei dati sensibili, come documenti finanziari, brevetti, progetti, oltre ai dati personali di clienti e dipendenti, sono costantemente a rischio. La perdita o il sequestro dei dati aziendali e personali rappresenta un rischio enorme per la sopravvivenza stessa dell’azienda. Inoltre, la tutela dei dati è imposta a livello normativo nazionale e sovranazionale: regolamenti come GDPR e, soprattutto, NIS 2 richiedono una protezione adeguata dei dati, con sanzioni significative in caso di violazione.
  2. Minimizzazione dei rischi operativi. Un attacco informatico può paralizzare le operazioni, come nel caso di attacchi ransomware che bloccano l’accesso ai sistemi fino al pagamento di un riscatto. Ritardi nella produzione, perdita di ordini e della operatività dei servizi possono avere un impatto irreversibile.
  3. Mantenimento della fiducia. Clienti, partner e fornitori si aspettano che un’azienda sia in grado di proteggere i propri dati. Una sola violazione può comportare una drastica perdita di credibilità che è difficile da recuperare.

Un piano di sicurezza informatica, quindi, non è solo una misura difensiva, ma un elemento strategico per garantire la competitività a lungo termine.

La valutazione dei rischi e il piano di risk management

Un’efficace gestione della sicurezza informatica parte da una profonda comprensione dei rischi. Questo processo include diverse fasi chiave:

  1. Identificazione delle vulnerabilità
    • Audit ICT periodici: eseguire controlli regolari per mappare le infrastrutture, individuare software obsoleti e configurazioni errate.
    • Test di penetrazione (Pen Testing): simulare attacchi per valutare la resistenza dei sistemi e delle applicazioni.
  2. Analisi delle minacce
    • Minacce interne: errori umani, dipendenti malintenzionati o negligenti.
    • Minacce esterne: malware, phishing, attacchi DDoS e attacchi avanzati persistenti (APT).
    • Minacce emergenti: l’uso crescente di dispositivi IoT e la diffusione del lavoro da remoto hanno ampliato il perimetro di attacco.
  3. Definizione delle priorità
    • Utilizzare un modello di classificazione del rischio (ad esempio, la matrice probabilità-impatto) per allocare risorse in modo strategico.
    • Focus sulle risorse critiche, come server, database e accessi privilegiati.
  4. Sviluppo del piano di risk management
    • Misure preventive:
      • Protezione perimetrale con firewall avanzati.
      • Autenticazione a più fattori (MFA) per gli accessi sensibili.
    • Monitoraggio continuo: soluzioni SIEM (Security Information and Event Management) per analizzare in tempo reale i log e individuare comportamenti sospetti.
    • Controlli regolari: aggiornamenti software e verifiche di configurazione per garantire che i sistemi rimangano sicuri.
  5. Gestione degli incidenti
    • Creazione di un piano di risposta: un documento operativo che descrive ruoli, responsabilità e procedure da seguire in caso di attacco.
    • Simulazioni periodiche: eseguire test pratici per verificare l’efficacia del piano e formare il personale coinvolto.

Direttiva NIS 2: tutto ciò che c’è da sapere

La necessità di un’efficace valutazione dei rischi e di un solido piano di risk management trova un riscontro normativo importante nella Direttiva NIS 2 (Network and Information Security Directive). La normativa è uno degli sviluppi più significativi nel panorama europeo della cybersecurity. L’aggiornamento della direttiva originale (NIS 2016) riflette l’urgenza di rafforzare la sicurezza delle infrastrutture critiche e dei servizi essenziali in risposta a una crescente complessità delle minacce informatiche. Entrata in vigore nel 2023 e dal 17 ottobre 2024 è stata recepita nella legislazione nazionale italiana.

La NIS 2 pone un’attenzione particolare sulla resilienza, la collaborazione transfrontaliera e la responsabilità aziendale. La NIS 2 in breve:

  1. Ambito di applicazione ampliato
    • Coinvolge nuovi settori, come servizi postali, fornitori di servizi cloud, data center e fabbriche farmaceutiche.
    • Include non solo le grandi imprese, ma anche alcune PMI, in base alla loro rilevanza strategica.
  2. Requisiti di sicurezza
    Le aziende devono implementare:
    • politiche di gestione del rischio: ad esempio, analisi periodiche delle minacce e misure di mitigazione;
    • protezione avanzata: crittografia, segmentazione della rete e tecnologie di rilevamento delle intrusioni;
    • framework internazionali, come ISO 27001, la cui adozione può facilitare la conformità alla normativa.
  3. Segnalazione degli incidenti. Tempi più stringenti:
    • entro 24 ore dall’identificazione dell’incidente, è necessario inviare una notifica preliminare alle autorità competenti;
    • dopo 72 ore, un rapporto dettagliato con informazioni tecniche e operative.
  4. Ruolo dei dirigenti
    • Maggiore responsabilità per i vertici aziendali, con potenziali sanzioni in caso di mancata supervisione o implementazione di misure adeguate.
    • Formazione specifica per i dirigenti in materia di cybersecurity.
  5. Impatti positivi

    • Maggiore cooperazione: la direttiva promuove la condivisione delle informazioni sulle minacce tra i diversi attori del settore.
    • Riduzione del rischio sistemico: rafforzando i settori chiave, si riduce il rischio di interruzioni su larga scala.

Adottare una strategia di sicurezza informatica è un investimento imprescindibile per qualsiasi azienda. Integrare una valutazione accurata dei rischi con l’adozione di tecnologie avanzate e la conformità a normative come la NIS 2 garantisce inoltre un duplice vantaggio: protezione efficace contro le minacce e posizionamento competitivo sul mercato. La cybersecurity, oggi, non è solo una difesa contro gli attacchi, ma una leva strategica per il successo e l’innovazione.

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